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TUFFI – Grande Cagnotto, bronzo mondiale nel trampolino 3m, scacciata la maledizione della medaglia di legno

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Bravissima Tania!
trampolino di bronzo

La bolzanina conquista la prima medaglia per l’Italia nei tuffi da 3 metri nella sua specialità preferita: “Che tensione, ma ho raggiunto l’obiettivo” L’oro è andato alla cinese Guo Jingjing, l’argento è stato conquistato dalla canadese Emilie Heymans

ROMA, 21 luglio 2009 – Tania Cagnotto ha spezzato il tabù. Dopo la serie di quattro quarti posti della squadra azzurra ha finalmente conquistato la prima medaglia per l’Italia ai Mondiali di nuoto. Si è piazzata terza nella finale dei tuffi dal trampolino di 3 metri con 341.25 punti, dietro all’inavvicinabile Guo Jingjing, 388.20, e alla fortissima canadese Emilie Heymans, 346.65. Per la terza volta consecutiva, dopo Montreal 2005 e Melbourne 2007, ha avuto la medaglia di bronzo ai Mondiali. E’ stata una gara di altissima qualità, in cui Tania ha superato la favolosa cinese He Zi, le solide americane Rittenhouse e Loukas e l’elegante australiana Stratton. La rivelazione della gara, la 17enne canadese Jennifer Abel, seconda solo alla Guo in semifinale, si è sciolta subito, fallendo i primi due tuffi.

Tania Cagnotto riceve i complimenti dello staff azzurro. Reuters
Tania Cagnotto riceve i complimenti dello staff azzurro. Reuters

GIOIA — Tania Cagnotto ha pianto di gioia alla fine della competizione. Ha baciato il fidanzato Marco Dell’Uomo. Poi ha dichiarato: “Non ho fatto una gara bellissima. Avevo una grandissima tensione addosso”. Però ha aggiunto con un sorriso: “Però ho raggiunto l’obiettivo: la medaglia. Argento o bronzo non fa nessuna differenza”. Tania ha raccolto questa sequenza di punteggi: 67.50 nel doppio e mezzo indietro raggruppato, 69.00 nel salto mortale in avanti con 2 avvitamenti e mezzo (in semifinale aveva avuto 73.50), 66.00 nel doppio e mezzo ritornato carpiato, 69.75 nel triplo e mezzo avanti carpiato che aveva fallito in semifinale, 69.00 nel doppio e mezzo rovesciato carpiato. Molto regolare, dunque, ma non brillante. Se avesse eseguito l’ultimo tuffo come in semifinale, dove ebbe 76.50, avrebbe avuto la medaglia d’argento. Tania Cagnotto, però, ha dimostrato solidità, resistendo ad una grande pressione e, con pieno merito, ha conquistato la prima medaglia azzurra dei Mondiali.

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PALLANUOTO – Esordio col botto per l’imperiese Emmolo ai Mondiali di Roma 2009

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NUOTO – L’evoluzione del nuoto in Italia

from www.repubblica.it

Dal pallone alla piscina
l’Italia ha imparato a nuotare

Oggi si chiamano Pellegrini e Filippi, subito prima Rosolino e Fioravanti. Ma la prima generazione di grandi nuotatori azzurri è quella di Giorgio Lamberti. Agli Europei di Bonn, 1989, piovono medaglie: ecco la spiegazione, anche sociologica, del boom. Com’è lontana la Calligaris… di EMANUELA AUDISIO

Ieri era la Calligaris, oggi è Lamberti. Dal ’73 a oggi sono passati sedici anni: l’Italia continua a galleggiare, ma in maniera diversa. Di strano e di nuovo c’è molto: innanzitutto i nostri 7.500 chilometri di costa hanno subito lesioni permanenti, non si nuota più dove capita, così per caso, ma sempre per scelta e quasi mai nel mare sotto casa. L’inquinamento, le alghe, gli scarichi selvaggi hanno dirottato sempre più gente verso le piscine, una volta considerate “americanate” per miliardari. E il campione si sa viene sempre dall’acqua artificiale.

Se la generazione della Calligaris scendeva in acqua per eliminare gravi difetti fisici e doveva svegliarsi alle cinque di mattina per trovare una piscina aperta, quasi sempre fredda, quella di Lamberti e Battistelli ha cominciato con minor sofferenza e con sacarsa rabbia. Per chi è nato prima del ’60 il rapporto con l’acqua resta un fatto spesso traumatico. Non a caso l’eroe più moderno, ma anche più antico dell’Italia, Reinhold Messner, non sa nuotare.

E non a caso un’inchiesta del 1983 stabiliva che in Italia soltanto il 35,5 per cento della popolazione sapeva almeno tenersi a galla. Per il resto del paese l’acqua era un nemico da evitare, senza combattere. L’indagine appurava che in 33 anni l’Italia era andata a fondo ed il numero delle persone capaci di nuotare era incredibilmente diminuito. Chiamati a raccolta gli psicologi spiegavano che si trattava di un complesso: molto italiano, molto legato ai primi anni di vita e alla paura delle madri. Inoltre erano anni in cui chi insegnava in piscina seguiva in tutto e per tutto le leggi provenienti dai santuari californiani.

Leggi semplici, obbedienti al credo: torchiate l’infanzia prima che cresca e prima che si renda conto di quello che patisce. Gli Stati Uniti in acqua stavano perdendo il confronto con i paesi dell’Est e non sapendo più, a fine guerra fredda, come motivare i grandi, si buttavano sul più comodo mercato dei bambini. I piccoli obbediscono con più facilità, non fanno domande e alla fine ringraziano anche. Nell’Italia che si stava appena aprendo al fenomeno sportivo la moda americana fece rivestire subito parecchi giovani.

La nuova generazione che finalmente scendeva in acqua senza paura, senza grandi difetti fisici da risistemare, e in piscine più facili da trovare, veniva costretta dagli allenatori a non risalire più. Vasche su vasche, pesi, allenamenti estenuanti, di mattina e di sera, senza il minimo sorriso o la minima compagnia, perché il nuoto si sa è alienante: c’ è la striscia sotto da vedere e basta, quella ti dice che ore sono e quanto manca alla tua fatica. Una volta interrogati, gli adolescenti cadevano dalle nuvole: perché chiamarlo gioco o sport? Per loro la piscina era un lavoro. Alla fine della cura chi non diventava un campione ansioso o nevrotico tornava a casa minacciando un ozio continuo e prolungato. Intanto le piscine in Italia aumentavano con la stessa velocità del cemento nelle metropoli. La difficoltà di spostamento, la crisi della famiglia, ha fatto crescere un’architettura più indipendente e più autosufficiente: in molti condomini la piscina non è più un optional, ma una necessità da gente comune, soprattutto ora che il mare è in agonia.
E in molti casi i ragazzi e le ragazze vanno in piscina e
in acqua da soli. Senza controllo dei genitori, che tra l’altro ora non sarebbero all’altezza. I centri Coni del nuoto praticatissimi dall’infanzia e molto consigliati dai medici per l’armonia che garantiscono allo sviluppo, hanno reso la gioventù non solo più praticante, ma anche più brava. In quasi tutti gli stili. Sedurre in piscina non si può più: a meno di non essere capaci di abbinare crawl, dorso, rana e delfino a un doppio carpiato. I dati Istat sullo sport rivelano che nell’85 oltre un milione e mezzo di italiani, vale a dire il 10,7 per cento degli sportivi totale, ha scelto di praticare il nuoto. Niente male per una Repubblica fondata sul calcio come la nostra. Ma il fenomeno Lamberti non sarebbe stato possibile senza i pentimenti della scuola americana e una maggiore apertura alla scienza. Da oltreoceano è arrivata infatti un’altra lezione: buttateli in acqua da piccoli, ma tirateli fuori quando sono stanchi, non spremeteli troppo e dategli orizzonti che abbiano un sapore anche a vent’ anni. L’età di Lamberti, appunto. Orizzonti che non scompaiano alla prima o seconda sconfitta.

L’altra novità è arrivata nel tipo di selezione. Il nuoto si basa non su caratteristiche psicologiche, ma su certi particolari requisiti fisici. Esiste un test che stabilisce l’acquaticità dello scheletro, il suo grado di galleggiamento, il resto potrà venire, potrà essere costruito, ma questo primo importantissimo elemento no. Non basta più l’apparenza (alto e muscoloso), bisogna essere. Per questo Lamberti è l’onda lunga di un’Italia strampalata, ma nuova, e promette una nuova frontiera. A patto di non affogarla con la solita maledetta fretta.

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NUOTO – Ecco la cerimonia inaugurale dei Mondiali di Roma 2009

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Roma si illumina
con la festa del nuoto

Inaugurato ufficialmente dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano il Mondiale di nuoto. Straordinarie scenografie e coreografie. Emozioni con le musiche di Allevi e Baglioni

ROMA, 18 luglio 2009 – Lo Stadio dei Marmi è pieno già mezz’ora prima della Cerimonia d’apertura: le emozioni non possono farsi aspettare. Applausi al presidente Napolitano, ricevuto dal numero uno del Coni Petrucci, dal segretario generale Pagnozzi e dal presidente del comitato organizzatore Gianni Malagò. In tribuna anche il presidente della Camera Fini, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Letta e il sottosegretario con delega allo Sport Rocco Crimi e il sindaco Alemanno.

INNO ED ELEGANZA — L’onore di aprire la cerimonia, trasmessa anche da due maxischermi da 900 metri quadrati, dopo il conto alla rovescia, spetta a Claudio Baglioni, che ha composto l’inno della rassegna iridata, “Un solo mondo”: per il cantautore romano è una piacevole seconda volta, giacché aveva già creato le note e le parole (“Acqua nell’acqua”) per l’edizione del 1994. La sua doppia esibizione emoziona, ma è l’apparizione di Federica Pellegrini, elegantissima e raggiante, fasciata da uno splendido vestito scuro di Armani, a mettere i brividi. Accompagnata dall’esecuzione della “Casta Diva” di Bellini, l’olimpionica consegna il tricolore al drappello di militari che lo porteranno al presidente Napolitano.

SIRENA — La bellezza e la grazia non abbandonano lo Stadio ed anzi si sublimano quando Alessia Marcuzzi, splendida sirena in abito lungo color argento che mostra maliziosamente spalle e schiena, emerge dalla piscina immaginaria dei Marmi quale simbolo di vita acquatica. Ammaliante anche Caterina Murino, diva del cinema ma soprattutto testimonial dell’Amref, l’onlus che si occupa di portare acqua, ricchezza e speranza all’Africa. Subito dopo, i tocchi deliziosi e ricercati di Giovanni Allevi sugli avori del pianoforte, tre composizioni di cui due create per l’occasione, offrono uno spettacolo di leggerezza e talento. Il tema dell’acqua ovviamente domina: danzatori, ballerine sospese a mezz’aria, fanciulle aggraziate danno il soffio dell’esistenza ai “quadri” che rappresentano appunto l’elemento cardine del Mondiale ìromano.

MASSI ATTORE — Unico momento non altezza di una serata eccitante, la sfilata delle nazioni: a causa delle tante assenze, in particolare di moltissimi nuotatori che si trovano ancora in ritiro lontano dalla città, tanti paesi portano un solo rappresentante (la Spagna addirittura nessuno) e così lo show è tutto italiano. Il nostro portabandiera Massimiliano Rosolino gigioneggia da consumato attore, le divise da sera di Armani aggiungono un tocco chic, le atlete azzurre, truccate e sorridenti, sono un inno alla gioia di vivere. Si divertono, si agitano, offrono le bandierine tricolori al pubblico. In fondo, a chiudere la fila, altera e affascinante, Alessia Filippi, cui gli spettatori chiedono un surplus di pose per le fotografie di rito.

ATTO FINALE — Il saluto di Malagò, di Barelli, presidente Fin, di Larfaoui, presidente Fina, sono il preludio alla dichiarazione ufficiale di apertura dei Mondiali, riservata al presidente della Repubblica Napolitano, le cui poche parole sono scandite da un’ovazione. Tra cascate colorate e fuochi d’artificio, Roma comincia la sua avventura. Buon Mondiale.

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NUOTO – Questa sera Cerimonia inaugurale dei Mondiali di Roma 2009

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Cerimonia dedicata all’acqua come bene prezioso

I Mondiali di nuoto avranno una cerimonia d’apertura per la prima volta dedicata a un messaggio sociale riservato al nostro pianeta: l’acqua è il bene più prezioso. Uno show senz’acqua. La serata infatti sarà interamente dedicata all’acqua ma realizzata senza usarne neppure una goccia: l’elemento base dei Campionati sarà, infatti, rappresentato esclusivamente attraverso effetti speciali e videoproiezioni sorprendenti, in una scenografia che arriva a ricreare un “mare virtuale”. All’interno di questo allestimento, centinaia di danzatori e figuranti daranno vita a quadri altamente spettacolari con coreografie verticali su maxischermi e artisti sospesi a decine di metri d’altezza.

L’autrice e regista della cerimonia è Monica Maimone. La parte di spettacolo che racconta la storia del rapporto fra l’uomo e l’acqua attraverso i secoli sarà accompagnata dalla musica dal vivo di Giovanni Allevi, mentre la fase del cerimoniale sarà suggellata dall’inno dei Campionati scritto e cantato da Claudio Baglioni. Per la produzione si è costituito un pool di primi della classe: Rcs Sport, Studio Festi, Bendoni Communication, Bigberry, Carito & Partners Factory e Live Communication.

Abbinata alla Cerimonia vi è l’iniziativa particolare studiata da Amref – principale organizzazione sanitaria privata, senza fini di lucro, presente in Africa Orientale – che, oltre a promuovere il messaggio sociale nel corso della serata, si adopererà per la costruzione di un pozzo per ogni medaglia d’oro assegnata. A ciascun pozzo sarà dato il nome di un campione del mondo, creando un testimonial internazionale e gratificandolo con questo gesto. Inoltre, le società del Pool organizzativo della Cerimonia contribuiranno alla creazione di 4 pozzi, il COL di 1 mentre il Comune di Roma ne finanzierà ben 10. Amref infine si impegnerà a destinare i primi 40 pozzi a due paesi presenti ai Campionati: Kenya e Tanzania.

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NUOTO – Palinsesto TV Rai per i Mondiali di Roma 2009

Palinsesto TV Mondiali Roma

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NUOTO – Speciale Mondiali di Nuoto, ecco i 35 anni di storia

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Da Dibiasi e la Calligaris a Magnini e la Pellegrini: dai primi ori del ’73 al bis del pesarese nella specialità più nobile. Ecco il meglio e il peggio delle 12 edizioni disputate

Solo tre città europee hanno ospitato le massime manifestazioni di nuoto (Olimpiade, campionati del mondo, campionati d’Europa). Sono Berlino (1936, 1978, 2002), Roma (1960, 1994, 1983) e Barcellona (1992, 2003, 1970). Ora Roma si pone in primo piano, perché dal 18 luglio al 2 agosto organizzerà i Mondiali per la seconda volta, 15 anni dopo la prima. Finora solo l’australiana Perth (1991 e 1998) vanta due edizioni nel suo carnet. Questa sarà la 13ª edizione dei campionati mondiali, che il nuoto è riuscito a creare nel 1973, precedendo una grandissima federazione come quella dell’atletica. Per la prima volta (a parte le inedite e plateali tensioni fra Federazione e Comitato organizzatore) nelle eliminatorie del nuoto si useranno 10 corsie, invece delle tradizionali 8, alle quali si tornerà per le finali. Ecco, in estrema sintesi, la storia delle 12 manifestazioni precedenti.

Novella Calligaris dopo la vittoria con record negli 800 sl
Novella Calligaris dopo la vittoria con record negli 800 sl

BELGRADO 1973 (1-9 settembre) — Scoprimmo con un po’ di meraviglia che in città, oltre a quella principale (Tasmajdan, scoperta) erano in funzione anche tre piscine coperte di 50 metri: più di quante ne avesse l’Italia intera. Furono i campionati delle donne tedesche (dell’Est), 11 volte vittoriose, ma ancora non concretamente sospettate di doping. E dell’australiano Holland che fece il record del mondo nei 1500 (e di passaggio negli 800) e poi, come invasato, continuò fino ai 1600 seminando lo sconcerto fra gli avversari che pensarono di aver sbagliato a contare le vasche, poi virò di nuovo e ripartì, e finalmente lo fermarono. L’Italia visse una giornata memorabile, passata alla storia, il 9 settembre. A mezzogiorno la pallanuoto superò per la prima volta la Jugoslavia in casa sua, poi nella lontana Kosutnjak Klaus Dibiasi (già secondo dal trampolino) vinse l’oro dalla piattaforma., al tramonto Novella Calligaris concluse in gloria, trionfando con il nuovo record mondiale degli 800, in aggiunta alle medaglie di bronzo nei 400 sl e misti.

Klaus Dibiasi in volo
Klaus Dibiasi in volo

CALI 1975 (16-27 LUGLIO) — Per motivi geopolitici si andò in Colombia, ai 1000 m di Cali, un’altitudine che consentì pochi record, e solo su distanze brevi. Era previsto di ospitare gli atleti in un villaggio nella Città Universitaria, ma gli studenti erano in fermento, occuparono gli alloggi e gli organizzatori furono costretti a dirottare le squadre negli alberghi. Gli azzurri rischiarono di non partecipare: la Federnuoto riuscì ad inviare l’iscrizione a termini scaduti, per quanto ripetutamente sollecitata a farlo, e si sfiorò un’incredibile esclusione. Solo dopo settimane di ansia e di manovre politiche dietro le quinte, l’iscrizione italiana fu accettata e Dibiasi si confermò campione dalla piattaforma e secondo dal trampolino. L’inattesa staffetta 4×100 (Pangaro, Barelli, Zei, Guarducci) e la pallanuoto colsero la medaglia di bronzo. Le quindicenni Bortolotti e Panini, polemicamente non si presentarono alla partenza dell’aereo a Fiumicino, ma furono generosamente (e inopportunamente) recuperate e mandate in ritardo.

Giorgio Cagnotto, bronzo dal trampolino
Giorgio Cagnotto, bronzo dal trampolino

BERLINO OVEST 1978 (18-28 agosto) — Fu l’edizione nella quale le tedesche dell’Est passarono dalle solite dieci a una sola vittoria. Si argomentò che, temendo rigidi controlli al di là del Muro, avessero lasciato a casa atlete mascoline e sottoposto le altre a un regime diverso dal solito. Fu anche quella del ritorno azzurro ai vertici della pallanuoto: il torneo si concluse in una serata fredda e piovosa, nella piscina olimpica vuota, pareggiando contro l’Ungheria. Un 4-4 che bastò per l’oro. Sempre sfortunato ai Mondiali, Cagnotto conquistò infine il bronzo dal trampolino.

Giovanni Franceschi, bronzo nei 200 misti

Giovanni Franceschi, bronzo nei 200 misti

GUAYAQUIL 1982 (29 LUGLIO-7 AGOSTO) — Di nuovo in Sudamerica, dopo la rinuncia di tre sedi statunitensi, nella sconosciuta città ecuadoriana di Guayaquil. Furono i campionati del crollo americano nel nuoto: da 20 a sole 8 medaglie d’oro. L’Italia, con la pallanuoto eliminata nella fase preliminare, salvò il bilancio grazie al bronzo di Giovanni Franceschi nei 200 misti.

Stefano Battistelli. Omega
Stefano Battistelli. Omega

MADRID 1986 (13-23 agosto) — Altra musica: dopo le medaglie d’argento dello straordinario sedicenne Battistelli nei 1500 e di Minervini nei 100 rana (guadagnò una posizione per squalifica di un avversario), la pallanuoto offrì un’esaltante finale Jugoslavia-Italia 12-11: incontro concluso a mezzanotte, dopo otto tempi supplementari e 52′ di gioco, deciso da un tiro di Milanovic all’ultimo secondo della 12ª frazione. L’incontro più drammatico del secolo.

Giorgio Lamberti, oro nei 200 sl
Giorgio Lamberti, oro nei 200 sl

PERTH 1991 (3-13 GENNAIO) — In aperta campagna, ma in un impianto razionale che concentrava tutte le piscine necessarie, l’edizione si svolse nell’estate australiana. Pochi record mondiali, tutti maschili. Il programma si allarga al nuoto in acque aperte (argento di Chiarandini nei 25 km) e ai tuffi da un metro. L’Italia porta al successo il primatista mondiale dei 200 crawl Giorgio Lamberti, sofferente alla schiena al punto di far arrivare da Brescia, per assisterlo, il suo massaggiatore personale. Altra medaglia d’argento per Battistelli nei 200 dorso, e di bronzo per Lamberti, Minervini, ancora Battistelli, la staffetta 4×200.

Franziska Van Almsick. Omega
Franziska Van Almsick. Omega

ROMA 1994 (1-11 settembre) — Perfetta organizzazione per assistenza, pubblicazioni, distribuzione risultati. In vasca dominano le donne cinesi: si parla apertamente di doping. La rivista americana Swimming World non tiene in considerazione i loro tempi nelle graduatorie mondiali. La tedesca Van Almsick, nona nelle batterie dei 200 stile libero, viene ammessa alla finale grazie alla rinuncia (alla quale viene costretta) della connazionale Hase e ripaga i dirigenti vincendo la gara e stabilendo il record del mondo. L’Italia vince facilmente (10-5 alla Spagna nella finale) il torneo di pallanuoto maschile dopo una brutta rissa nel precedente incontro con l’Ungheria, che poteva portare all’esclusione di entrambe le squadre. Medaglie di bronzo per la pallanuoto femminile e per la Vigarani, che nei 200 dorso salva il bilancio del nuoto.

Massimiliano Rosolino. Omega
Massimiliano Rosolino. Omega

PERTH 1998 (7-18 GENNAIO) — In mancanza di altre candidature, si torna a Perth. I tuffi assegnano non più 4 ori, ma 12, aggiungendo le prove di sincronizzato da 3 e 10 metri. Non viene battuto, ed è insolito, nessun primato nel nuoto. Clamoroso successo della pallanuoto femminile italiana. Dopo tre sconfitte iniziali, sull’orlo dell’eliminazione, le azzurre, già campioni d’Europa, infilano cinque successi consecutivi e nella finale contro l’Olanda si impongono per 7-6. Con due medaglie d’argento Rosolino nei 200 e Brembilla nei 1500 sono i migliori in corsia, Baldini è terzo nei 5 km di fondo.

Ian Thorpe. Gmt
Ian Thorpe. Gmt

FUKUOKA 2001 (16-29 luglio) — In Giappone si consacra il fuoriclasse Thorpe, e gli italiani disputano i migliori Mondiali della storia. In piscina oro per Rosolino e Boggiatto nelle due prove dei misti, argento per la straordinaria 4×200 (Brembilla, Pelliciari, Beccari, Rosolino) che arriva al record europeo battendo gli Usa, e per Fioravanti nei 100 rana, bronzo per Brembilla nei 400. Nel fondo due vittorie (5 e 25 km) per Viola Valli, vittoria per Baldini nei 5 km, bronzo per Formentini nei 5 e Venturini nei 10 km. Infine nuova consacrazione per il Setterosa, che vendica la sconfitta subìta agli Europei, dominando il finale l’Ungheria per 7-3.

Alexander Popov. Omega
Alexander Popov. Omega

BARCELLONA 2003 (13-27 LUGLIO) — Il nuoto in vasca è di livello eccezionale, con 14 record del mondo ma soprattutto l’affermazione di personaggi storici, tutti autori di doppiette, da Popov (50 e 100).a Thorpe (200 e 400), da Hackett (800 e 1500) a Peirsol (dorso), da Kitajima (rana) fino all’astro Phelps (misti, più i 200 farfalla). Tre titoli anche in campo femminile per la tedesca Stockbauer nei 400-800-1500. In questo sfracello l’Italia nella piscina principale si deve accontentare del bronzo di Rosolino nei 200 sl, ma si riscatta ampiamente nelle prove di fondo in acque aperte con le vittorie di Viola Valli nei 5 e 10 chilometri, e nella pallanuoto con l’argento sia della squadra maschile (finale Ungheria-Italia 11-9) che di quella femminile (finale Usa-Italia 8-6).

Filippo Magnini incredulo. LaPresse
Filippo Magnini incredulo. LaPresse

MONTREAL 2005 (16-31 LUGLIO) — I protagonisti principali sono l’australiano Hackett con tre vittorie (400-800-1500) e la Coventry dello Zimbawe (oro nei 100-200 dorso, argento nei 200-400 misti) ma l’Italia arriva per la prima volta al successo di maggior prestigio, nei 100 stile libero, con Filippo Magnini che vince in 48”12, secondo tempo di sempre al mondo. Manca invece il colpo di Federica Pellegrini, ancora seconda nei 200 sl, come all’Olimpiade 2004. Medaglia d’argento anche per Luca Marin nei 400 misti , dove Boggiatto manca il bronzo per 1/100. In corsia quarti posti anche per Rosolino, ancora Boggiatto, la 4×200 uomini, la Giacchetti. Notevole invece il bilancio del fondo, con argento della Vitale nei 10 km, bronzo di Ercoli (5 km) e La Piana (25 km donne) e dei tuffi con la Cagnotto terza dal trampolino dietro a due cinesi.

Il Cannibale Michael Phelps. Ansa
Il Cannibale Michael Phelps. Ansa

MELBOURNE 2007 (17 marzo-1° aprile) — Se Phelps con sette medaglie d’oro (mancata l’ottava a causa della squalifica di una staffetta) si laurea miglior nuotatore della storia, Filippo Magnini ripete nei 100 il successo di Montreal, sia pure ex aequo con il canadese Hayden. Nella sua scia salgono sul podio, con medaglia d’argento, la staffetta maschile 4×100 stile libero (Rosolino, Calvi, Galenda, Magnini) e il veterano Marco Formentini nei 25 km di fondo. Le medaglie di bronzo sono cinque: la Pellegrini nei 200, Facci nei 200 rana, Marin nel 400 misti, e nei tuffi Sacchin da un metro e Tania Cagnotto da tre, seguendo ancora due cinesi.

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NUOTO – Federica Pellegrini contro tutti

from www.tuttosport.com

Pellegrini: «C’è chi gode se perdo» 

La campionessa olimpica si sfoga: «Dopo Pechino pensavo che la Fin mi avrebbe trattata meglio. Il problema è che nuoto per l’Aniene di Malagò»
ROMA, 14 luglio – «Se vinco tutti faranno finta di essere felici, ma staranno recitando». E se dovesse invece andare male? «Già vedo la scena: riceverò una pacca sulle spalle, consolazione davanti al pubblico, poi andranno di là a festeggiare». Federica Pellegrini non nasconde il suo malumore nei confronti della Federnuoto in un’intervista a Vanity Fair, che le dedica anche la copertina dove l’olimpionica azzurra appare nuda e dipinta d’oro. «Dopo Pechino, dopo aver vinto una medaglia d’oro, pensavo che sarei stata almeno rispettata – spiega -. Trattata con un minimo di riguardo. Invece non è stato cosi». Qual è il problema?, le viene chiesto. «Forse proprio che ho vinto – la sua risposta -. E che sono del circolo Aniene, quello di Giovanni Malagò». E quando le chiedono se il presidente delal Fin Paolo Barelli le è simpatico ribatte: «Oddio, vuoi scrivere la risposta nell’intervista? Allora è meglio che risponda dopo i Mondiali, fino ad allora preferisco tacere. Ne avrei di cose da dire, ma non adesso».

IN PARTENZA – L’azzurra, primatista mondiale di 200 e 400 stile libero, dopo i Mondiali lascerà l’Italia per trasferirsi negli Stati Uniti. E dice che una vittoria mondiale non cambierebbe nulla, anzi per lei dopo l’oro sarebbe ancora peggio. «Ma comunque me ne andrò sei mesi in America e sarò serena». In caso venisse un oro o magari due, le dediche sono già pronte: «A me stessa, alla mia famiglia, a Luca Marin, il mio fidanzato, a Malagò, all’allenatore». Se va male, di chi sarà la colpa? «Mia». Riesci a essere contenta per le vittorie degli altri? «Dipende. Lo sono se loro sono altrettanto contenti per me». Per chi potresti essere contenta in caso di vittoria a Roma? «Per Luca».

L’INCUBO – Nell’intervista la Pellegrini confessa un incubo che la perseguita prima di ogni gara: «Io sono ai blocchi di partenza, ma non faccio in tempo a togliermi l’accappatoio, quello blu, proprio il mio. Allora mi butto in acqua così, nuoto avendolo addosso, la cintura annodata. A ogni bracciata s’infradicia, diventa più pesante, ma io vado avanti, sono staccata, non vincerò mai, ma quel che conta è arrivare al traguardo, non affondare. E ci riesco».

BRUTTI MOMENTI – Nella sua carriera ci sono stati momenti di gloria ma anche altri meno felici, come la crisi asmatica agli Assoluti invernali di Genova. «Non riuscivo a prendere aria – racconta – la gola si chiudeva e ho dovuto fermarmi. Una parte di me mi stava dicendo qualcosa. C’è la gara breve, i 200, che faccio in scioltezza. E poi la distanza lunga, che mi costa di più. E una parte di me non voleva». Succede spesso che le due Federiche litighino? «Sì. Adesso meno, in passato molto di più».

PSICOLOGIA – Adesso grazie all’aiuto psicologico ne è venuta fuori e ha imparato un metodo ripetendosi mentalmente una frase: «Non è reale, non è reale…». Cioè: «È nella mia testa, ma non è nella realtà. Non sta succedendo realmente se io non lo consento». A Pechino ha sbagliato la gara lunga, «come al solito», ma poi ha recuperato nell’altra. E contro chi lancia sospetti di doping contro di lei risponde: «Ma io faccio una marea di controlli antidoping, come potrei passarli se prendessi qualcosa?». Anche se qualcuno quel qualcosa lo prende, «come in tutti gli sport». Ma lei dice di non essersi mai fatta nemmeno una canna, come confessato invece da Michael Phelps. «Poi non credo che aiuti – spiega -. Lui ha sbagliato a farlo, ha dato un’immagine sbagliata».

IMMAGINE – Lei alla sua immagine tiene e parecchio: «Un sacco di gente mi guarda…». E sta molto davanti allo specchio: «Sono vanitosa, mi guardo un sacco…». Ora non è più grassottella come era qualche anno fa: «Non avrò mai il fisico che voglio, ma rispetto ai quindici anni, al periodo terribile di Milano, quando ingrassavo a vista d’occhio, adesso sono quasi soddisfatta». Qual è il fisico che vorrebbe la Pellegrini? «Quello da modella: vorrei essere sottile e non lo sarò mai. Mi piacerebbe, quando smetterò, dopo l’Olimpiade di Londra 2012 forse, fare qualcosa nella moda». Ma intanto molte persone guarderanno queste fotografie su Vanity Fair con la pelle d’oro. «Questo è il primo servizio fotografico in cui mi sono sentita donna» dice.

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NUOTO – Tutto il mondiale di nuoto Roma 2009 in TV

from www.corrieredellosport.it

Tutto il mondiale di nuoto in Tv

La Rai seguirà la competizione iridata in diretta per oltre 200 ore. Protagonisti anche web e radio.

ROMA, 13 luglio – Oltre 200 ore di trasmissione sempre live, tutte in alta definizione, realizzate da 50 giornalisti e circa 220 tecnici, con oltre 70 telecamere, tra cui alcune speciali aeree e subacquee e 350 km di cavi. È la copertura tra tv, televideo radio e web per la 13ª edizione dei mondiali di nuoto, tuffi, sincro, pallanuoto e nuoto in acque libere in programma a Roma dal 17 luglio al 2 agosto, con 200 nazioni partecipanti e più di 2.500 atleti in gara. L’impegno della tv nazionale è stato illustrato stamattina al Foro Italico, fra gli altri, dai presidenti della Rai Paolo Garimberti, del comitato organizzatore dei mondiali Giovanni Malagò, della Federnuoto Paolo Barelli e dal direttore di Rai Sport Massimo De Luca. Presenti anche il due volte campione iridato dei 100 sl, Filippo Magnini e la beniamina di casa, argento negli 800 sl a Pechino, Alessia Filippi («La tensione si inizia a sentire ma è uno stimolo in più» hanno detto in coro) e l’azzurra del Setterosa Tania di Mario. Raitre, Raidue e Raisport Più seguiranno le competizioni attraverso un palinsesto che comprenderà la cerimonia di apertura dei mondiali, in programma sabato 18 luglio allo Stadio dei Marmi e visibile in diretta dalle 20.55 su Raitre e Raisport Più, con il commento di Sandro Fioravanti e Massimo De Luca. Tra gli altri commentatori dei Mondiali: Stefano Bizzotto e Oscar Bertone per i tuffi; Fabrizio Failla e Francesco Postiglione per la pallanuoto maschile e femminile; Enrico Cattaneo e Paola Celli per il nuoto sincronizzato; Domenico Fioravanti (vasca riscaldamento), e le interviste di Elisabetta Caporale, Annalisa Bartoli, Patrizia Rubino. Marco Mazzocchi sarà il conduttore dello studio RaiSport nel quale si susseguiranno numerosi ospiti nazionali e internazionali del mondo dello sport e non solo.

TUTTO IN DIRETTA –  A rafforzare la copertura sarà il supporto del sito internet www.raisport.rai.it. Oltre al consueto live streaming di tutte le gare, proporrà agli appassionati la possibilità, attraverso 6 ulteriori canali dedicati all’evento, di costruirsi un proprio palinsesto web. Un’ampia pagina sarà dedicata anche al blog della manifestazione. In prima fila anche la radio, con le news in tutte le edizioni dei giornali Radio e l’impegno di Radio 1: sabato e domenica primo appuntamento alle 11.00 e poi interventi nel corso del pomeriggio e della sera.

TUTTI GLI AZZURRI SEGUITI MINUTO PER MINUTO – Dal lunedi al venerdì, alla fascia del mattino si aggiungerà quella dalle 18.30 alle 20.00. A partire dalle 21.00 diretta di tutte le gare degli azzurri e delle azzurre di pallanuoto. Circa 50 ore di diretta dalle piscine mondiali e interviste a bordo vasca, al termine delle gare, con tutti i protagonisti. RaiNews 24, per i mondiali ha in programma, con la collaborazione di Novella Calligaris, speciali, dirette e approfondimenti dedicati ai campioni, alle gare e a tutto quello che succederà dietro le quinte delle discipline acquatiche. Aggiornamenti costanti all’interno dei Tg, interviste con ospiti dallo studio Rai ma anche ambiente e curiosità. Televideo dedicherà pagine speciali, con cronache, interviste, risultati e calendari nelle pagine di Sport (con un indice speciale di 10 schermate a partire da p.270). Sul sito http://www.televideo.rai.it ogni giorno la pagina del ‘Tempo Realè, aggiornerà con tutte le notizie dei Mondiali di Nuoto, corredate da video e fotogallery. La Rai inoltre come host broadcaster, fornirà le immagini alle altre 50 emittenti presenti, con 1500 giornalisti, che nell’area Rai di 5000 mq con 110 container allestiti, usufruiranno dei mezzi e delle attrezzature tecniche predisposti, per la copertura televisiva di quasi 1400 ore.

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NUOTO – Mondiali di Roma in arrivo, Phelps a Riccione

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Phelps arriva a Riccione
e scatta la sicurezza

Cresce l’attesa per i Mondiali: la superpotenza del nuoto parte da Washington. Misure speciali per il leggendario campione che sbarca domani in Italia: ultimi allenamenti blindati prima di Roma

INDIANAPOLIS, 14 luglio 2009 – Lo squadrone americano parte per Roma, destinazione Riccione. Arriva Phelps, e da domani scatta l’allerta: si muove la sicurezza per Michael. La piscina della città balneare è stata requisita perchè fino al 22 luglio vi nuoterà per il camp finale pre Mondiali la superpotenza Usa che poi dal 24 si sistemerà nella capitale. Le gare in corsia al Foro Italico scatteranno domenica 26 luglio (prime gare questo venerdì con le eliminatorie dei tuffi da un metro): da quel giorno la missione quasi impossibile degli Usa sarà quella di migliorare il bottino di 36 medaglie a Melbourne 2007: con 11 ori maschili (7 di Phelps) e 9 femminili. “Quel record difficilmente potremo raggiungerlo – frena il d.t. Mark Schubert —, per noi il vero riferimento per i Giochi di Londra sarà la rassegna di Shanghai 2011”.

Michael Phelps, 24 anni. Reuters
Michael Phelps, 24 anni. Reuters

SCORTATO — Phelps è iscritto in 3 gare individuali (100 e 200 farfalla, 200 sl) e dovrebbe disputare le 3 staffette: anche 5 ori dopo 6 mesi di stop sarebbero un successone per l’olimpionico, attorno al quale verrà creata una rete protettiva particolare per evitare assalti. S’è mossa l’intelligence Usa per «bonificare» la zona della piscina e dell’albergo di Riccione: Phelps, rispetto ai compagni, dovrebbe arrivare direttamente in auto dentro la piscina, che verrà resa off limits per i bagnanti dell’estate: gli stessi addetti dovranno essere registrati per entrare in vasca. Sicuramente l’arrivo di Phelps in Riviera diventerà una vera attrazione: lui, ormai, è abituato ai bagni di folla in tutto il mondo, e ammette di essere curioso di vedere che effetto farà “nuotare per la prima volta in Italia”. Curiosamente Michael, 8 ori a Pechino e 14 in totale, ha fatto l’ospite d’onore ai Giochi di Torino 2006.

MINORENNI — Con Phelps le altre attrazioni saranno il fresco doppio primatista del dorso, Aaaron Peirsol, il ranista Eric Shanteau, lo sprinter nero Cullen Jones, la 42nne Dara Torres ma anche le minorenni d’assalto: la quindicenne Elizabeth Pelton (che ha dovuto cedere il posto dei 200 misti alla Kukors), la sedicenne Elizabeth Beisel, la diciassettenne Dagny Knutson, la fresca diciottenne Alyssa Anderson. “Sarà emozionante per loro confrontarsi col resto del mondo” dice Bob Bowman, tecnico di Phelps e responsabile maschile. Ma tutti vorranno vedere da vicinissimo la leggenda del nuoto.

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BEACH VOLLEY – Mondiali di Norvegia, è andata male all’Italia

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Italia, Mondiale finito

Matteo Varnier e Paolo Nicolai eliminati dai canadesi Van Huizen-Redmann: ancora una volta l’Italia non arriva agli ottavi, traguardo che manca dal 1999. Out anche Daniela Gioria e Giulia Mormoli, battute dalle sorelle Schwaiger

STAVANGER (Norvegia), 2 luglio 2009 – Il Mondiale dell’Italia finisce qui, ai sedicesimi di finale. Quello di Matteo Varnier e Paolo Nicolai interrotto dai canadesi Van Huizen e Redmann. Quello di Daniela Gioria e Giulia Momoli invece ha sbattuto contro le sorelle austriache Doris e Stefanie Schwaiger. Con la differenza che mentre le ragazze escono con una prestazione nonostante tutto buona, la stessa cosa non la si può dire per i maschi.

Daniela Gioria e Giulia Momoli. Fivb
Daniela Gioria e Giulia Momoli. Fivb

GIORIA-MOMOLI — Cominciamo da Daniela e Giulia, allora. Le sorelle loro avversarie, avevano chiuso il 2008 da coppia numero 10 mondo. E nell’unico precedente si erano imposte 2-0: era accaduto un anno fa proprio qui in Norvegia, nell’altra sede di World Tour, Kristiansand, in quell’occasione le austriache furono terze, loro miglior piazzamento. Questo per dire che l’impegno, per le nostre, era parecchio duro. Ciò nonostante Gioria e Momoli hanno vinto bene il 1° set: solide in ricezione, attente in difesa, sprecone in contrattacco, ma capaci di 3 ace. Quanto è bastato per il 21-18. Combattutissimo il secondo, in cui entrambe le coppie hanno avuto grosse difficoltà al cambio palla. Quindi mille difese, e altrettanti colpi di scena. Le Schwaiger sono arrivate in vantaggio 20-17, quindi con tre set ball, due sul cambio palla: Gioria ha attaccato di seconda e ha fatto 18-20; ace di Momoli 19-20; difesa in corsa e attacco di Gioria e 20 pari. Sul 21-21 la battuta di Momoli ha sbattuto sul nastro, si è fermata per un attimo, ed è ricaduta nel campo italiano. Poi Doris ha indovinato la difesa e Stefi ha attaccato di seconda Nel tiebreak le austriache hanno martellato la Gioria in ricezione. Le nostre hanno inseguito (4-8, 9-13). Si è riproposta la stessa situazione del secondo: 10-14 Austria. Cambio palla di Momoli (11-14), attacco in rete di Doris (12-14), ace di Momoli (13-14). Quindi Doris riceve e attacca, Gioria sembra fermarla a muro, la palla resta sul nastro e quando scende l’”azzurra” non riesce a controllarla. E’ il 13-15 che manda a casa le italiane, al 17° posto.

VARNIER-NICCOLAI — Stesso piazzamento per i ragazzi. Van Huizen-Redmann, i canadesi che incontravano in questi sedicesimi, sono una coppia strana, in positivo e in negativo. Nel senso che questo è il loro secondo torneo insieme. E la scarsa conoscenza delle loro dinamiche, in un circuito dove tutti sanno tutto di ogni avversario, alla fine è stata senz’altro una delle cause della fuoriuscita degli azzurri dal torneo. Non la sola, ovviamente. Anzi, prima di tutto i nostri devono guardare a se stessi. Varnier evidentemente ancora non si fida a far roteare troppo la spalla destra a cui in inverno è stato operato. Questo però lo si sapeva fin dall’inizio. Non tira mai la battuta, per l’attacco si affida quasi sempre a tocchetti di fino e di giustezza. Non è una colpa, è un dato di fatto, ed è certamente un handicap per la coppia. Se a questo aggiungiamo che si è sciupato un set e un po’ concedendo il cambio palla in attacco al gigantesco Van Huizen, ecco che si cominciano a delineare le ragioni di una sconfitta evitabile. E se infine contiamo i nostri errori nel solo primo parziale e arriviamo a quota 10 ( 6 in battuta), tutto è purtroppo chiarissimo. Peccato, perché Redmann, poco più che uno sconosciuto, in tutto ha giocato solo 10 tappe di Swatch World Tour, senza mai andare oltre al 17° posto. Qui, nel torneo più importante della sua carriera, è già almeno nono. Ha dimostrato di essere un fulmine nelle difese in corsa, è vero. Ma tutto il resto sarebbe stato da testare un po’ meglio. Peccato che i nostri (Varnier) lo abbiano preso per la prima volta in difesa per il 12-14 del 2° set. E, guarda caso, subito dopo i canadesi hanno sbagliato tre attacchi di fila (15-14 Italia). Però quando regali così tanto, una volta che trovi quantomeno l’equilibrio, devi sperare di non avere sfortuna. Perché poi in pochi punti ti giochi tutto. Basta che l’arbitro ti fischi un’invasione aerea più che dubbia (a Nicolai, poteva essere 18-16 per noi, si è andati 17-17), e il più è fatto, per il Canada. A cui a quel punto è bastata una difesa di Redmann per andare agli ottavi. Ovvero dove l’Italia coi maschi non arriva da 5 Mondiali, da Marsiglia ’99 (Pimponi e Raffaelli furono noni). Ci riproveremo tra due anni, in casa, al Foro Italico di Roma.

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BEACH VOLLEY – Bene la coppia italiana Varnier-Nicolai

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Varnier e Nicolai ai sedicesimi
E Gloria-Momoli cercano sponsor

La coppia azzurra batte al tie-break gli austriaci Huber-Gartmayer e prosegue nel suo cammino. Le ragazze, già qualificate, giocano la terza gara del Mondiale con la scritta sul costume “cercasi sponsor” e perdono con le tedesche Holwick-Semmler

STAVANGER (Norvegia), 1 luglio 2009 – Anche i ragazzi ce l’hanno fatta. Matteo Varnier e Paolo Nicolai accedono alla seconda fase del Mondiale, e da giovedì mattina giocano nei sedicesimi. A breve, dopo il sorteggio si saprà anche contro chi. Per una volta non andiamo troppo per il sottile,e non guardiano come, ci arrivano. Guardiamo al risultato che è ottimo. Varnier lo potrà testimoniare, ricordando quello che accadde all’ultimo Mondiale, due anni fa, a Gstaad, in Svizzera. Allora come oggi accedevano alla seconda fase le prime due classificate di ciascuno dei 12 gironi,più le otto migliori terze. Peccato che lui e Lione, unico duo italiano, risultarono essere la nona tra le terze. Quindi, evviva: stavolta abbiamo due coppie nei sedicesimi. Certo, il compito degli azzurri oggi non era proibitivo: dovevano battere gli austriaci Huber-Gartmayer che nelle precedenti due gare non avevano conquistato nemmeno un set. I due solitamente non giocano assieme: ma avendo Gartmayer i punti per qualificarsi tra le miglior 48 al mondo, si direbbe che ci abbiano provato. Huber, coi suoi 180 centimetri, è il più piccolo dei 96 beacher qui presenti: è di Klagenfurt, dove si gioca il Grand Slam che è il “Wimbledon” del beach. Lui è cresciuto facendo il raccattapalle. Ora nella sua città gioca anche indoor, in A-1: fa il libero. Gartmayer, invece, nel 2007 ha vinto l’Europeo con Doppler (allenati dall’italiano Marco Solustri). Compagno che ora ha lasciato perché nell’immediato futuro ha (anche) altri programmi. In Austria infatti è conosciuto anche col nome d’arte di Jamfish. Fa il cantante reggae e dopo diversi anni coi i Cheese Vibes ora ha pronto il suo primo album da solista.

RISCHI — Ecco spiegata la novità dell’accoppiata con Huber, con relativi mediocri risultati. Eppure i nostri hanno rischiato moltissimo. Per passare il turno dovevano per forza vincere. Perché nel frattempo gli Usa Jennings-Fuerbringer, scoperto (come altre 4 coppie) un buco del regolamento che avrebbe permesso loro di conservare il primo posto nel girone senza giocare sfruttando il gioco dei quozienti punti, hanno molto sportivamente deciso di dare forfait contro Schuil-Nummerdor. Complienti a loro, mentre gli olandesi si sono così visti condannati al terzo posto (passeranno, comunque). I nostri, in questa situazione avevano due alternative: vincendo sarebbero stati secondi, perdendo quarti e dunque a casa. Il primo set, battendo sul piccolo Huber, lo hanno vinto anche piuttosto agevolmente: 21-17. Ma nel secondo hanno fatto di tutto per rimettere in gioco gli austriaci. Che ne hanno approfittato (16-21). Stessa cosa nel tiebreak, in cui gli azzurri sono stati sotto 8-10. Quindi l’hanno girato: 13-9, perfino 14-11. Sembrava finalmente fatta. E invece no: tre errori di fila (!) e 14-14. Cambio palla di Nicolai. E poi muro dello stesso Nicolai per il 16-14. Domani è un altri giorno. Speriamo.

IRRICONOSCIBILI — Non è così che si trova la pubblicità. Daniela Gioria e Giulia Momoli hanno giocato il terzo turno del Mondiale con la scritta “cercasi sponsor” sul costume. Il fatto di essere fuori dal programma federale del 2009 le ha infatti costrette a pagarsi di tasca propria la trasferta in Norvegia, per la quale si erano qualificate con un ottimo finale di 2008. Però non è giocando così che puoi trovare qualcuno disposto ad investire su di te. Non parevano nemmeno loro quelle in campo contro le tedesche Katrin Holtwick e Ilka Semmler.

Daniela Gioria, 30 anni, e Giulia Momoli, 27. Fivb
Daniela Gioria, 30 anni, e Giulia Momoli, 27. Fivb

TESTA ALTROVE — Forse la certezza di avere comunque già passato il turno le ha ammosciate. Forse l’onore di giocare sul centrale le ha messo su di loro una controproducente responsabilità. O chissà cosa. Resta che le azzurre hanno fatto una brutta partita. In cui mai hanno dato l’impressione di poter tenere il ritmo delle avversarie che pure nel secondo parziale hanno fatto vedere quanto vulnerabili fossero. Perché è vero che fin qui Karin e Ilka nel 2009 hanno brillato, vincendo una tappa di EuroTour (a Gran Canaria) e arrivando seconde nelle altre due. Ma qui a Stavanger avevano già denunciato qualche difficoltà perdendo la gara d’esordio con le cubane Fernandez-Estevez. Magagne confermate nel secondo set con le azzurre: dove Gioria-Momoli hanno contenuto il passivo solo perché le tedesche hanno sbagliato parecchio.

I SORTEGGI — Mai comunque quanto le nostre. I numeri sono impietosi: 12 errori complessivi (9 nel solo primo set, uno scempio), 6 in battuta, almeno un’altra mezza dozzina di alzate sballate, 5 ace subiti, zero realizzati, come zero sono stati i muri e con un solo break in contrattacco in tutta la partita. Insomma: un disastro. Alla fine della giornata che è stata al tempo stesso di passione e di gioia, visto che il risultato di portare due coppie ai sedicesimi non ci riusciva da anni (negli uomini da Rio 2003, con le donne da Klagenfurt 2001), l’urna non è nemmeno stata così cattiva. A Varnier e Nicolai toccano i canadesi Van Huizen-Redmann (Can) che qui erano in una pool non irresistibile, ma che l’hanno comunque vinta con autorità. Gioria-Momoli trovano le sorelle austriache Doris e Stefanie Schwaiger, anch’esse vittoriose in tre gare su tre.

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CICLISMO – Ecco il Mondiale di Mendrisio, il terrore dei ciclisti

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Mendrisio, il Mondiale
che fa già tremare

Ballan, Di Luca, Basso, Cunego, Garzelli, Pozzato, Nibali e Visconti, accompagnati dal c.t. Ballerini, hanno pedalato sul circuito che ospiterà la prova iridata il 27 settembre: la prima impressione è che sarà una gara durissima. Di Luca: “L’uomo da battere è uno solo, Valverde”. Ballerini: “Temibile anche Sanchez”. Tutti d’accordo invece: sarà sfida Italia-Spagna

MENDRISIO (Svizzera), 22 giugno 2009 – Il 27 settembre sarà un Mondiale durissimo. I numeri delle carte infatti parlano chiaro: 19 giri di un circuito di 13,8 km con un dislivello di 245 metri al giro, cioè 262,2 km e 4655 metri di ascesa totali. Partenza e arrivo nella zona degli impianti sportivi di Mendrisio.

L'altimetria del circuito delle prove in linea
L’altimetria del circuito delle prove in linea

PRIMA SALITA — Dopo i primi 1.930 m i corridori affrontano la prima asperità con una salita di 1.600 m che nei primi 820 m attraversa il centro di Mendrisio fino ai piedi della salita dell’Acqua Fresca, uno strappo di 780 m con una pendenza media superiore al 10% e punte al 12. Qui si raggiunge il punto più alto del circuito posto ai 438 metri di Castel San Pietro, dove inizia l’unica discesa: 4.580 m tecnicamente difficili che portano alla quota più bassa del tracciato, i 250 metri di Balerna.

SECONDA SALITA — Dopo solo 1.420 m pianeggianti ecco la seconda asperità del circuito: la salita della Torrazza di Novazzano, teatro della sfida Mondiale del 1971 tra Felice Gimondi ed Eddy Merckx: 1.750 m di lunghezza con tratti di pendenza attorno al 10% per raggiungere quota 376 metri. Da questo trampolino di lancio i corridori si tuffano verso il traguardo affrontando prima una facile discesa di 800 m e poi il tratto finale pianeggiante di 1.810 m che da Genestrerio conduce all’arrivo.

L'altimetria della cronometro uomini
L’altimetria della cronometro uomini

BURRASCA — Circuito iridato sul quale oggi ha pedalato una quasi Nazionale. Con il c.t. Franco Ballerini a visionare il percorso si sono trovati in otto: l’iridato Alessandro Ballan, Ivan Basso, Damiano Cunego, Danilo Di Luca, Stefano Garzelli, Filippo Pozzato, Vincenzo Nibali e Giovanni Visconti. Danilo Di Luca, che per caratteristiche e carisma potrebbe essere il capitano della squadra, punta subito al cuore del problema: “Qui c’è solo un uomo da battere: Alejandro. E basta”. Lo spagnolo Valverde, sempre che possa essere al via visto che è al centro di un controverso caso di doping, sarà “il” rivale. “Visto come è andata a finire negli ultimi anni mi auguro che sia ancora una sfida Italia-Spagna – spiega Ballerini -. Anche se c’è da dire che la burrasca di Varese potrebbe avere compattato gli spagnoli. Oltre a Valverde comunque dovremo fare attenzione a Samuel Sanchez che non a caso è campione olimpico”. Poi il c.t. indica in Andy Schleck la possibile alternativa. Ivan Basso, invece, fa il nome di Fabian Cancellara come avversario temibile.

L'altimetria della cronometro donne
L’altimetria della cronometro donne

INSIDIA VENTO — Per ora Ballerini non parla di possibili tattiche di gara (“Lo faremo tra un mese”) però s’informa bene sul vento perché “ad Hamilton stravolse la corsa. Sulla salita dura era contro, davanti si moriva e a ruota si chiacchierava. Il vento cambiò i valori in campo”. Marco Vitali, l’ex pro’ ticinese che fa da cicerone, gli racconta che “qui 80 giorni su cento c’è vento. ma contrariamente a oggi che tira da nord, di solito arriva da sud. Quindi dalla cima della seconda salita all’arrivo è a favore”.

NUOVO CAPITANO — Non ci sarà più la punta Bettini, ma neppure il regista Rebellin. “Il suo ruolo potrebbe essere ricoperto da Stefano Garzelli – spiega il c.t. – ma anche dallo stesso Bruseghin”. Boonen, che ieri nonostante il no ricevuto dagli organizzatori del Tour de France alla tv fiamminga ha dichiarato di essere pressoché certo di essere al via, lo ha definito adatto alle sue possibilità. “O non ha visto il percorso, o era molto distratto”, sibila Di Luca. “E anche per Freire la vedo molto difficile. Cosa posso fare io? Per essere al via devo essere al 110 per cento della condizione”, gli fa eco con onestà Pippo Pozzato.

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NUOTO – Costumoni, per il 2009 vale tutto

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Fina: sì a combinazioni poliuretano, solo per 2009

PARIGI – La Federazione internazionale di nuoto ha autorizzato l’utilizzo delle combinazioni di costumi interamente in poliuretano, tra i quali anche il famoso Jaked 01, per il proseguimento della stagione in corso. Ma dal primo gennaio 2010 entrerà in vigore una nuova regolamentazione con il divieto, a priori, di questo tipo di costumi. Lo ha annunciato oggi la Fina mediante la pubblicazione di una nuova lista di combinazioni omologate, che sarà in vigore per tutto il 2009 e verrà utilizzata anche per i Campionati del mondo di Roma, in programma dal 26 luglio al 2 agosto.Il tanto discusso costume Jaked 01, bocciato lo scorso 19 maggio, è stato nuovamente presentato alla Fina senza alcuna modifica, ma stavolta ha avuto il benestare dalla stessa Federazione. Il suo principale concorrente, il modello X-Glide di Arena, anch’esso bocciato in precedenza, è stato ripresentato con alcune modifiche, ottenendo l’ok della Fina.

Il 19 maggio scorso la Fina aveva chiesto alle aziende di rivedere 136 modelli, interamante in poliuretano, in ragione dei loro effetti di “air-trapping” (comparsa di bolle d’aria) che favorirebbero le prestazioni. Ora la Fina, per giustificare la decisione di reintegrare i modelli interamente in poliuretano, ha dichiarato che allo stato attuale è difficile fare dei test per verificare se effettivamente l’effetto di air-trapping possa portare dei vantaggi agli atleti.

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CALCIO – N’Kono CT del Camerun

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Incarico ad interim per il portiere-icona di Spagna ’82 e Italia ’90. Con Milla fece grandi i Leoni Indomabili, da allenatore dei portieri fu arrestato per un rito vodoo in campo. Il numero uno bianconero ha scelto il nome del figlio in suo onore. Ora Thomas punta i Mondiali 2010, si parte domenica contro il Marocco

N'Kono in porta col Camerun.
N’Kono in porta col Camerun.

 

 

MILANO, 3 giugno 2009 – In Camerun è un idolo assoluto, appena sotto Roger Milla, ma anche noi gli dobbiamo qualcosa. Se Buffon gioca in porta, infatti, il merito è di Thomas N’Kono, mitico portiere dei Leoni Indomabili ai Mondiali 1982 e 1990 (negli Usa nel ’94 era il dodicesimo). Ora la sua missione è quella di portare il Camerun a un altro Mondiale, quello del 2010, oltre che in Coppa d’Africa: sostituisce infatti sulla panchina della nazionale Otto Pfister, tedesco dimissionario la scorsa settimana. Per ora il suo ingaggio è ad interim, per le prossime partite di qualificazione (gestione balneare, insomma) ma sono in molti a credere che un paio di buoni risultati gli garantiranno la panchina a lungo termine.

L’omaggio di buffon — “Mi ricordo ancora la partita inaugurale di Italia ’90; io ero un bambino e N’Kono con le sue parate permise al Camerun di battere l’ Argentina di Maradona. Da ragazzino facevo il centrocampista, poi N’Kono è diventato il mio modello e sono finito fra i pali. Recentemente l’ho conosciuto e la scorsa settimana mi ha mandato gli auguri per la nascita di mio figlio”. Gianluigi Buffon parlò così poco dopo la nascita del suo primogenito, Luis Thomas, che ebbe quel nome proprio in onore del portierone dei Leoni. L’Italia scoprì N’Kono, il suo stile particolare e i suoi enormi pantaloni (lunghi con qualsiasi temperatura) in Spagna nel 1982, quando per un’ora buona resistette imbattuto agli azzurri. Ritornò sugli schermi mondiali otto anni dopo, nel ’90, con il Camerun che batté l’Argentina all’esordio e arrivò fino ai quarti (sconfitta con l’Inghilterra).

N'Kono arrestato in Mali per un rito vodoo. Afp
N’Kono arrestato in Mali per un rito vodoo. Afp

LA CARRIERA E LE MAGIE — La sua è stata una lunga carriera: oltre vent’anni, nei quali ha vinto due coppe Campioni d’Africa (’78 – 80) e una coppa Coppe (’79) con il Canon, un pallone d’Oro africano nell’86 e un premio come miglior portiere del campionato spagnolo nel ’90. Con la nazionale due coppe d’Africa, con i club debutto a 16 anni in patria e chiusura a 41, nel Bolivar in Bolivia, dopo esperienze nelle serie minori spagnole. E’ rimasto di casa a Barcellona, dove ha giocato per quasi un decennio con l’Espanyol, dove oggi considerano il suo erede in connazionale Kameni. Dal 2002 era preparatore dei portieri del Camerun: la sua avventura partì con un arresto e una squalifica di un anno, poi in parte revocata. Coppa d’Africa 2002, partita contro il Mali: prima della gara Thomas viene visto lasciare un oggetto magico sul campo, vicino alla porta del Mali. Una macumba: i poliziotti lo vedono, lui ci litiga, viene portato via in manette. Vero o no, il rito vodoo porta il Camerun alla vittoria, in quella gara e nel torneo.

PRIMI IMPEGNI — Adesso dovrà fare magie in panchina, per rimediare alla sorprendente sconfitta col Togo che ha aperto l’ultima fase di qualificazione della zona africana per i Mondiali. La squadra è in ritiro in Belgio, già domenica Eto’o e compagnia si giocheranno buona parte delle possibilità di restare in corsa nella sfida con il Marocco, a Yaoundé. Poi il 20 trasferta in Gabon: dopo queste due gare si deciderà la sorte di N’Kono: il mito in porta può trasferirsi in panchina?

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NUOTO – Anche Emporio Armani come sponsor ufficiale dei Mondiali di Roma ’09

www.nuoto.it

Anche Emporio Armani ai Mondiali di nuoto: la casa di moda milanese farà parte degli “sponsor ufficiali” di Roma09. Emporio Armani si aggiunge così ad Aeroporti di Roma, Algida, Aurora Assicurazioni, Corriere dello Sport, Tuttosport e Rds

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NUOTO – Scandalo Mondiali Roma ’09, risponde il Presidente Federale Barelli

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BARELLI: ALLA FACCIA DEI GUFI TUTTO SARA’ OK

“Da quello che ci viene detto e da quanto ho visto credo ci sia un allarmismo esagerato e che tutto sarà realizzato al meglio, alla faccia dei gufi che vogliono che le cose vadano male”. Traspare ottimismo dalle parole del presidente della Federnuoto Paolo Barelli riguardo ai mondiali di nuoto il programma a Roma dal 17 luglio al 2 agosto prossimi. “Questo sarà un grande mondiale. Il resto – ha proseguito, a margine della presentazione rivolta alle scuole e organizzata dalla Provincia di Roma – sono frottole. Avremo preferito che tutto fosse stato fatto con anni di anticipo ma siamo in Italia e realizzare le cose è complicato. Se alla fine ci saranno dei ritardi su qualcosa, chi di dovere ne prenderà le dovute conseguenze”.

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NUOTO – Mondiali di Roma, da non credere!!Anzi, non ci vogliamo credere…

LA SIGLA ORIGINALE..

LO SCANDALO INCREDIBILE da un servizio de LE IENE

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CONI – Segreti e veleni per la volata finale alla Presidenza Nazionale

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Tutti i veleni della corsa al Coni: i piani di Scajola, Crimi e Letta

Coni, volata finale: personaggi e interpreti. Si vota il 6 maggio: in tre (Gianni Petrucci, Franco Chimenti, Paolo Barelli) in corsa per la poltronissima più ambita di una ministero. Corsa anomala perché per la prima volta c’è di mezzo anche la politica, e non solo perché Barelli è senatore del Pdl. Poco o nulla sarebbe cambiato se fosse stato del Pd. Sempre senatore è. E questo ha scatenato, sta scatenando, polemiche, discussioni, prese di posizione, tentativi di accordi, improvvisi dietrofront: tutte cose che rischiano di avvelenare il clima elettorale. Chimenti non si ritira e l’ha già detto, anche se qualcuno se lo augura. “Mi sono candidato il 29 settembre dello scorso anno: perché mai dovrei farmi da parte visto che posso vincere?”, sostiene il presidente della Federgolf. Barelli non parla più dopo che il sottosegretario Rocco Crimi (stesso partito, Pdl) lo ha sgridato: “Il governo è neutrale, non tiri più in ballo Berlusconi”.

Crimi parla raramente: perché è intervenuto stavolta? Qualcuno gli ha chiesto di farlo? Adesso, dicono, sia isolato. Si sa comunque che Gianni Letta ha sempre difeso l’autonomia dello sport ma si sa anche che il ministro Claudio Scajola, insieme con Gianni Alemanno, è uno degli sponsor di Barelli. “E’ una gara a tre – ha detto Scajola – e credo che il senatore Barelli abbia tutte le caratteristiche per poter essere eletto. Tra l’altro come presidente della Federazione italiana nuoto ha organizzato i prossimi Mondiali che si svolgeranno a Roma. In più Barelli ha già dato la sua disponibilità a dimettersi da senatore del Pdl, nel caso dovesse risultare vincitore. Un’opzione che è stata molto apprezzata da Berlusconi, anche perché non esiste incompatibilità tra le due cariche”. Scajola ha ribadito il concetto due volte, anche oggi: ma Berlusconi scenderà in campo apertamente per dare una mano a Barelli?

Intanto due deputate Pd (Ghizzoni e De Biasi) si chiedono in un’interrogazione parlamentare (a Berlusconi) se le campagne di comunicazione di Scajola sono “conformi alla par condicio”. Schermaglie. Stupisce semmai l’atteggiamento del Pd: l’onorevole Paola Concia si è subito schierata con Barelli, lo stesso ha fatto l’Uisp, da sempre ente di promozione di sinistra (venerdì si attende un consiglio direttivo agitatissimo). Gli altri enti di promozione sportiva sono con Petrucci. E gli esponenti Pd? Silenzio totale. Mistero totale. Da dire che, politica a parte, i tre rivali sinora non hanno mai usato parole forti, e va a loro merito. Sono tre uomini di sport, esperiamo lo dimostrino sino al 6 maggio.

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CALCIO – Obama vuole un’edizione dei Mondiali

from www.eurosport.it

Il calcio non è sicuramente lo sport più apprezzato e seguito negli USA. Tuttavia il nuovo presidente degli Stati Uniti vuole cercare di avere in America l’edizione dei Mondiali del 2018 o del 2022

Secondo quanto riferisce il New York Times, Barack Obama, avrebbe mandato un lettera a Joseph Blatter, presidente della Fifa, per portare a Chicago l’edizione delle Olimpiadi 2016 e l”organizzazione della Coppa del Mondo del 2018 o del 2022. A sostegno di questa ipotesi è già stato costituito negli Stati Uniti un apposito comitato, di cui fa parte anche l”ex segretario di Stato Henry Kissinger.

I biografi avevano sempre e solo parlato della passione del presidente per il basket. Ora si scopre invece che, in gioventù il piccolo Obama nutrì come tanti bambini del mondo un’ istintiva propensione per il calcio. Da bambino – si legge – ho giocato a calcio nelle polverose strade di Jakarta. Il gioco ha portato a stare insieme i bambini di tutto il vicinato. Una passione che gli è tornata in età adulta quando, da padre, ha avuto modo di apprezzare quella capacità “unica” del calcio di “mettere insieme le persone in ogni parte del globo. “Da genitore ho avuto modo di vedere lo stesso spirito di unità dentro e fuori dai campi da gioco della squadra di mia figlia” ha scritto riferendosi a Malia, 10 anni, iscritta in una squadra femminile di Chicago. ‘Il calcio e’ il vero sport mondiale e la Coppa del Mondo promuove senso di cameratismo e competizione amichevole. Ecco perche’ questa candidatura e’ molto piu’ di una partita. Si tratta degli Stati Uniti d’America che invitano il mondo ad unirsi nella nostra grande nazione per celebrare i comuni sogni e le comuni speranze.

Gli Usa hanno già ospitato nel 1994 un’edizione della Coppa del Mondo. Fu un successo dal punto di vista organizzativo, ma non fece decollare in America la passione per il ‘soccer’. La Major League Soccer, la lega professionistica, non è all’altezza dei campionati di football, basket, baseball e hockey. L’appeal e il business che caratterizzano NFL, NBA, MLB e NHL, continuano a rimanere un miraggio per il campionato di calcio a stelle e strisce. Il soccer, in compenso, può contare sul successo che riscuote tra i giovanissini grazie soprattutto all’attività svolta a livello scolastico. Tra 9 o 13 anni, quando si svolgeranno i Mondiali 2018 e 2022, il movimento calcistico statunitense potrebbe contare su uno &lsquozoccolo durò che mancava nel 1994. Obama potrebbe svolgere un ruolo determinante nella sfida che complessivamente coinvolge 13 nazioni. Sono 11 le candidature presentate alla Fifa per l’organizzazione dei Mondiali 2018 e 2022. In lizza per entrambe le edizioni del torneo Australia, Inghilterra, Indonesia, Giappone, Messico, Russia, Stati Uniti, Belgio-Olanda e Spagna-Portogallo. Per la Coppa del Mondo 2022 competono anche Qatar e Corea del Sud.

«Il sostegno del presidente, che è straordinariamente popolare nel mondo, è una grandissima spinta supplementare», dice Sunil Gulati, presidente della federcalcio degli Usa. La Fifa assegnera’ i Mondiali del 2018 e del 2022 nel dicembre del prossimo anno, ma dopo una candidatura di questo tipo, gli Stati Uniti hanno buone possibilità di ospitare la più importante manifestazione calcistica del mondo

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